mercoledì 10 giugno 2015

tappa nr. 15 - quarto giorno


In viaggio per Santiago De Compostela – Il ritorno
domenica 19 settembre 2010
Una gita a L'Alhambra (Granada)
Sole, 28 gradi.

L'Alhambra è l'ex complesso dei regnanti arabi durante la dominazione in Spagna, dal 500 al 1200 circa.
Anche se intorno ci sono i grandiosi giardini “Generalife”, oppure i bastioni militari dell'Alcazar, tutto si riduce ad un contorno rispetto al palazzo in cui risiedeva il Califfo.
Per chi è a digiuno di questi dettagli, il Califfo è una autorità di altissimo rango, che ha a che fare direttamente con Maometto. Una autorità fondamentalmente religiosa e poi anche politica. Nelle culture arabe le due cose si mescolano, ancora oggi dove c'è l'islam questa religione detta le regole alla società civile. Uno sceicco invece è una autorità civile, una specie di principe o comunque un nobile.
Torniamo all'Alhambra. Il Califfo governava tutto il territorio spagnolo sottomesso agli arabi, e questo è andato avanti per circa otto secoli in cui la reggia ha assunto i connotati che oggi sono visibili.

Nessuna figura alle pareti (il corano le vieta) ma solo decorazioni floreali, trafori, frasi tratte dal corano oppure che lodano il califfo.

Il tutto realizzato secondo i classici dettami della loro cultura e della loro tradizione. Così, per ripararsi dai caldi estivi, le volte sono alte, le aperture (come fossero delle finestre di pizzo fatte con lo stucco) lascino filtrare i raggi del sole soltanto quando sono bassi, e contemporaneamente raffrescano l'ambiente.
Una sapiente ingegneria idraulica portava l'acqua alle fontane, e contriuiva a dare sollievo alla calura.
Ma per tanto che uno cerchi di spiegare cos'è l'alhambra, o ci aggiunge delle immagini oppure è meglio che rinunci.
E devo ammettere che anche le immagini non rendono giustizia, ma è ciò di cui dispongo.




















La siepe del giardino Generalife










Un interno, una decorazione a bassorievo, un dettaglio.



















Tutte le pareti della reggia erano ricoperte da questi lavori, e in buona parte si sono conservati.




























Difficile dare un'idea della tridimensionalità della cosa.

Questo è un pezzettino della volta.










Nessun centimetro di parete o di volta è stato lasciato senza una lavorazione a sbalzo.
Le volte si susseguono sempre diverse, e la vista rimane incantata davanti a tanto cesello.
Probabilmente il termine “arabescato” deriva da questo modo di lavorare.


























Le fontane e i laghetti rendono una idea di freschezza e di bellezza del luogo che un moderno condizionatore, se pur utilissimo, non ci potrà mai restituire.











Chi non ha mai visto l'Alhambra ed ha l'occasione di farlo non la perda, chi l'ha già vista sa di cosa parlo, e chi non può pazienza, su internet ci sono delle magnifiche fotografie!
Non per nulla la Spagna ha candidato l'Alhambra tra le sette meraviglie del mondo nel 2000.

Una considerazione del tutto personale che è come il rovescio della medaglia. Come turista sono rimasto nuovamente affascinato da questo capolavoro, ma penso che sia un palliativo al clima. Io potendo non abiterei mai in un luogo così caldo da costringermi ad escogitare volte alte, arabeschi o fontane d'acqua per cercare riparo dalla calura. Anche se questa fosse una reggia.


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