n viaggio per Santiago De Compostela -
10bis
giovedì 9 settembre 2010
Miño
(A Coruña,
Galicia)
oggi andata e ritorno a Santiago de
Compostela
Sereno, 10 gradi alla partenza, 18 nel
pomeriggio
Santiago de Compostela.
La città prende il nome dall'apostolo
Giacomo (San-Tiago), al quale si aggiunge “Campus Stellae” cioè
Compostela. Dice la leggenda medievale che una notte in quel luogo ci
fu una pioggia di stelle, e religiosi imposero quindi il nome
dell'evento in latino.
La parte antica, con la cattedrale, è
posta su di una collinetta al centro della città. I pellegrini
raggiungono “L'officina del pelegrino” per farsi dare la
Compostela. Ovvero il foglio che attesta che il pellegrino ha fatto
il percorso ed ha raggiunto la città di Santiago.
La cattedrale è imponente, ma non è
ben tenuta. Il giallo che si vede è un ammuffimento delle pareti.
Nella chiesa due volte al giorno viene
celebrata la messa del pellegrino, una a mezzogiorno e una alle 6 del
pomeriggio.
In queste due funzioni, al termine
della messa, si impartisce la benedizione, e poi si attiva il
“Botafumeiro”. Si tratta di in incensiere alto un metro e appeso
al soffitto con una lunga fune, che viene riempito e poi lanciato in
modo da percorrere per largo e per lungo la cattedrale, spargendo i
fumi di incenso in modo suggestivo sulla testa dei pellegrini. In realtà
nei tempi passati serviva a coprire il fetore che comportava la
presenza contemporanea di centinaia di pellegrini che da tempo immemore
non si lavavano, e che appena arrivati si precipitavano nella cattedrale
per la messa che costituiva il top del viaggio.
Molti
proseguivano ancora, dopo Santiago, fino alla punta estrema della terra
sulla costa atlantica, là dove finisce la terra, che proprio per questo
si chiama Finisterre.
Per i celti
iberici che abitavano la spagna prima dell'avvento del cristianesimo,
Finisterre era il punto in cui le anime si staccavano per andare verso
l'aldilà.
Adesso una considerazione personale.
Da fotografo mi soffermo su un fatto
oggettivo: le scarpe.
Il percorso si può fare a piedi, in
bicicletta o a cavallo, e scarto quest'ultimo perchè lungo il
tracciato non ne ho incontrato nessuno.
Chi ha fatto il percorso a piedi arriva
a Santiago con gli scarponi o le scarpe da trekking, impolverate e
consunte. Alcuni appena in città si liberano delle scarpe e
approfittando della giornata di sole inforcano i sandali, liberando i
piedi.
Quelli che hanno affrontato il percorso
in bicicletta hanno le scarpe dalla suola rigida, diversamente non
potevano fare il percorso sulle montagne.
Mi è quindi bastato fermarmi sui
gradini della chiesa e guardare i passanti per riconoscere chi era
veramente pellegrino, chi barava, e chi era semplicemente un turista.
Quasi tutti arrivati all'obbiettivo
telefonano per segnalare che ce l'hanno fatta!
Uno dei riti che si ripetono è la foto
di gruppo. In questo caso si tratta di un gruppo di pellegrini
spagnoli che si fanno fotografare distesi a terra, come distrutti
dalla fatica, e con gli scarponi ben in vista.
Un questuante con barboncino, vestito da pellegrino.
______________
Di norma i pellegrini ritornano a casa
in treno o in aereo, e per agevolare i ciclisti esistono degli uffici
spedizioni attrezzati apposta per imballare e spedire le biciclette.
Per me inizia la seconda parte del viaggio, quella prettamente turistica. Infatti non farò il percorso dell'andata, ma scenderò nel sud della Spagna.
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